Il contatto tra cosmetici e pelle : l’analisi sensoriale
Quando usiamo un cosmetico sulla pelle più o meno consapevolmente ne valutiamo le caratteristiche in termini di qualità sensoriale attraverso la percezione dei nostri organi di senso.
Questa fase analitica coinvolge i 5 sensi ( vista, olfatto, tatto, gusto e udito) anche se non sempre sono tutti prevalenti allo stesso modo.
Subito si potrebbe pensare che uno degli elementi sensoriali determinanti sia il profumo ma in realtà non è l’unico perché tutti i 5 sensi sono coinvolti nell’ impatto sensoriale anche se uno o più sensi possono essere dominanti in base al tipo di cosmetico che stiamo usando.
Possiamo dare una valutazione rapida riferita alla forma, aspetto, profumo se si tratta di un cosmetico destinato ad essere risciacquato come ad esempio un detergente, oppure se ci troviamo a valutare un nuovo acquisto più specifico come una crema per il viso, la nostra analisi sensoriale diventa molto attenta e minuziosa soprattutto se riponiamo nel prodotto molte delle nostre aspettative.
Quando giudichiamo la qualità di un prodotto, nella nostra analisi prendiamo in considerazione, a livello più o meno cosciente, due elementi fondamentali entrati ormai nel gergo comune del marketing e che sommati danno il senso di accettabbilità e di gradevolezza cosmetica : la Texture e lo Skinfeel
In essi c’è tutta una serie di caratteristiche riguardanti il colore, l’impatto odoroso, la consistenza, la scorrevolezza, la permeabilità, la leggerezza, la luminosità, le sensazioni che suscita sulla pelle ecc ecc, che determinano quella complessa sensazione legata al momento della fase applicativa.
Il termine Texture, che significa letteralmente consistenza, indica più propriamente il comportamento di una forma cosmetica quando la preleviamo dal contenitore, quando la spalmiamo sulla pelle e capelli o quando la diluiamo nell’acqua della vasca o doccia.
Può essere calcolata anche mediante parametri di laboratorio come la viscosità e la densità ma questa valutazione pone dei limiti per la scarsa possibilità di relazionarsi ai complessi meccanismi della psiche umana. Le misure strumentali, pur avendo raggiunto un livello di perfezione notevole, non sono in grado di descrivere un prodotto in modo compiuto e di conseguenza di definire il valore per il consumatore. Un prodotto può essere sviluppato secondo criteri ottimali dal punto di vista analitico –strumentale e superare positivamente tutti i controlli di qualità, ma non potrà mai superare una percezione sensoriale di accettabilità, gradevolezza che solo l’interazione pelle e psiche può dare.
Lo Skinfeel rappresenta la fase successiva e interessa più la via emozionale-edonistica che suscita in noi il contatto tra il nostro corpo e la forma cosmetica quando ne valutiamo l’effettiva gratificazione personale.
Dal punto di vista formulativo, diversi sono gli elementi che possono influenzare la texture e lo skinfeel. Infatti, quando tocchiamo una crema, il contatto genera uno stimolo che dopo aver colpito i recettori tattili, viene trasportato come segnale nervoso al cervello . A livello cerebrale tutte le sensazioni ( incoscienti) vengono elaborate e trasformate in percezioni ( coscienti)
Tutte le informazioni vengono poi riunite in un messaggio globale, la risposta sensoriale, in cui è possibile differenziare due componenti: una edonistica ( soggettiva) ed una sensoriale oggettiva) e permette di ottenere informazioni relative a:
-caratteristiche organolettiche ( forma, aspetto, colore)
-intensità della percezione
– Impatto pelle / prodotto
-proprietà meccaniche di frizione come spalmabilità, forze di coesione/adesione
-proprietà legate a specifici ingredienti
E’ un esempio per tutti la differenza tra creme acqua in olio ( A/O) e olio in acqua (O/A) dove i componenti della fase grassa, il gelificante ma soprattutto il sistema emulsionante determinano un significativo modulatore della sensazione applicativa. Quest’ultimo, essendo fattore di coesione all’interfaccia acqua/olio, pur a parità della quantità di fase oleosa per qualità e quantità, cambia non solo le chimico-fisiche ma anche quelle sensoriali- applicative della crema quando l’emulsione si rompe sulla pelle al momento della stesura.
Infatti le O/A risultano più scorrevoli, leggere e asciutte mentre quelle A/O sono meno spalmabili, untuose e grasse
La valutazione oggettiva dell’analisi sensoriale
La creazione di prodotti gradevoli non sempre è affidata ad un singolo esperto, il cosmetologo –formulatore, che, aiutato dalla sua esperienza e acume sensoriale, mette a punto saponi, creme e latti di bellezza piacevoli per il consumatore sulla base del proprio gusto personale.
Oggi lo scenario altamente competitivo in cui si muove il mondo della bellezza, richiede anche un cambiamento qualitativo netto in cui l’accettabilità dei prodotti cosmetici non può essere affidata alle decisioni e umori di una singola persona. E’ nata quindi l’esigenza di una nuova disciplina che consente di misurare in modo oggettivo ciò che i sensi umani percepiscono a contatto con i cosmetici : l’analisi sensoriale.
Se per tradizione la cosmetologia si è sempre preoccupata di misurare in modo serio e riproducibile l’efficacia e la sicurezza dei prodotti , in questo caso la misura della gradevolezza risulta un parametro difficile da rendere oggettivo.
L’analisi sensoriale mette sul tavolo un insieme di caratteristiche che stimolano in vario modo i 5 sensi umani e che comprendono :
la consistenza, il colore, il profumo, i cambiamenti al contatto con la pelle, profumo finale, lucentezza, colorito della pelle ecc
Una bella definizione di analisi sensoriale è:
disciplina scientifica che misura, analizza e infine interpreta le sensazioni che vengono percepite dai sensi umani
Si tratta quindi di utilizzare l’uomo come strumento di misura perché chi meglio di lui può impiegare direttamente i sensi per misurare un insieme di dati complessi? Tutti noi in ogni momento della nostra giornata diamo un senso al nostro vivere compiendo valutazioni sensoriali per es. come ci moviamo, come cerchiamo l’ombra in una giornata soleggiata o le posture che assumiamo durante il sonno per trovare la posizione più comoda ecc.
Il difficile è provare a quantificare le percezioni sensoriali in condizioni standard che siano oggettive!
Per questo esistono appositi centri di valutazione che coinvolgono gruppi di persone volontarie che sotto la guida di un esperto valutatore, forniscono dati secondo un protocollo standardizzato con una fase preparatoria dove viene spiegato il modo di operare, ed una successiva più pratica dove i soggetti valutatori si troveranno soli senza influenze esterne per dare il loro giudizio .
In generale esistono tre tipologie principali di test sensoriali:
-test discriminativi
-test descrittivi
-test edonistici
Il test discriminativo
confronta le differenze tra stesse tipologie di campione di una stessa forma cosmetica e le mette in competizione tra loro per rispondere alla domanda: in che cosa il prodotto A differisce dal prodotto B?
Il test descrittivo
permette di effettuare una descrizione sensoriale completa tenendo conto di tutte le sensazioni percepite durante la valutazione di un prodotto
Il test edonistico
misura la preferenza e l’accettabilità e si avvicina concettualmente alla classica indagine di mercato .
Le caratteristiche che si valutano sono:
Visive: aspetto , colore, lucentrezza
Tattili: scorrimento sulla pelle
Olfattive: profumo iniziale, nel tempo e percezione degli effetti
Per concludere:
E’ molto importante il fatto che si sia sviluppata la pratica della valutazione sensoriale perché mette al centro di tutto il consumatore con i suoi sensi e aspettative e non dati astratti . Ascoltare le sue richieste , quello che scrive e recensisce è fondamentale in questo contesto storico così difficile , confuso , dove molti valori e concetti stanno cambiando il nostro modo di affronatare la vita e il bisogno di etica e morale è così tanto sentito e ricercato da tutti .
Autore: Porto Pietro
Bibliografia
M.Prevedello:”Cosmetologia” guida visuale – Tecniche Nuove 2004
R.Trenti : “Sensorialità dei cosmetici” –Cosmesi in farmacia – Ottobre 2012
G.D’Agostini, E.
Mignini “Manuale del cosmetologo” – Tecniche Nuove 2007
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